Quando mi ritrovai fra le mani il mio primo libro, nel 2016, pensai rileggendolo che fosse un ottimo biglietto da visita per presentarmi ai miei futuri clienti. Nonostante ciò, non l’avevo per nulla ideato a quel fine, al contrario, era stato scritto soprattutto per condensare il maggior valore possibile per chi avesse già partecipato ai miei corsi. Se poi qualcuno di nuovo lo avesse letto e si fosse messo in contattato con me in seguito, tanto meglio.
Molti colleghi del mondo Self-Help fanno l’errore di creare libri vuoti, privi di qualsivoglia valore intrinseco, spesso non all’altezza di essere considerati testi divulgativi, né capaci di trasmettere l’essenza del proprio mondo. Si tratta di quei classici libri che, una volta letti, lasciano più dubbi che certezze, più vuoto che pieno. Dopo aver letto centinaia di libri simili provenienti anche dai più grandi nomi del settore, mi sono ripromesso di scrivere solo libri vivi, con esercizi ed informazioni il cui spessore potesse essere paragonato a quello dei miei corsi dal vivo.
Il libro, in realtà, è una strada che corre parallela al videocorso o all’esperienza in aula e – prima l’autore lo comprende, prima riuscirà a soddisfare i bisogni dei propri lettori. Vi sono troppi libri là fuori che suonano tutti uguali: vieni al mio corso, iscriviti al mio seminario per saperne di più. Non credo vi sia nulla di male ad invitare una persona ad approfondire ulteriormente l’argomento che sta leggendo, ma quella stessa dovrà essere messa nelle condizioni di trarre dal libro un’esperienza, non solo un insegnamento. Non è forse questo ciò che dovremmo fare in qualità di mentori, guide, coach?
Non dobbiamo dimenticare che vi è una grande differenza fra il mercato americano, nel quale il mondo Self-Help è nato, a quello Italiano: un grado di diffidenza maggiore da parte dei lettori. Come autori, prima di chiedere, dobbiamo aver dato molto di più. Per conquistare la fiducia del nostro lettore, avremo bisogno nella maggior parte dei casi di nutrirlo con una serie di libri, per questo è davvero essenziale che il progetto editoriale abbia una propria sostenibilità intrinseca e non che non sia visto solo come un biglietto da visita.
Per questa ragione ho scelto per tutte le mie opere il Self Publishing Professionale.